Donald Trump ha recentemente dichiarato di ritenere che il dialogo con la Russia sia più semplice rispetto a quello con l’Ucraina, un’affermazione che ha sollevato un acceso dibattito. In una giornata segnata da messaggi contrastanti, il presidente statunitense ha utilizzato il suo profilo su Truth per minacciare nuove sanzioni contro Mosca, accusata di bombardare incessantemente l’Ucraina. Tuttavia, durante una conferenza stampa nello Studio Ovale, ha mostrato un atteggiamento decisamente più conciliatorio nei confronti del Cremlino e del suo leader, Vladimir Putin.
Nel frattempo, Putin ha manifestato la sua disponibilità a considerare un cessate il fuoco in Ucraina, ma ha posto delle condizioni. Diverse fonti, tra cui Bloomberg e Moscow Times, riportano che la Russia ha presentato una proposta agli Stati Uniti durante i negoziati tenutisi in Arabia Saudita lo scorso febbraio. Tuttavia, il presidente russo ha chiarito che la tregua sarà possibile solo se verranno stabiliti accordi chiari riguardo ai principi di un futuro trattato e alla composizione della missione di pace. Mosca ha espresso la volontà di selezionare i Paesi coinvolti, accettando la partecipazione di nazioni “neutre” come la Cina, ma escludendo categoricamente la NATO, la Francia e il Regno Unito.
Trump e la sua fiducia nel Cremlino
L’apertura di Putin, sebbene da confermare, si colloca in un contesto in cui Trump ha lanciato segnali di distensione. “È più facile trovare un accordo con la Russia, mentre è più complicato parlare con l’Ucraina”, ha affermato il presidente americano. “Credo a Putin, stiamo andando molto bene con la Russia”, ha aggiunto, evidenziando come la situazione attuale renda difficile il dialogo con Kiev, che, a suo avviso, non ha “carte in mano”.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ribadito il suo desiderio di raggiungere la pace il prima possibile. In un discorso condiviso sui social, ha comunicato che ci sono stati intensi colloqui tra il suo team e quello di Trump, con l’obiettivo di trovare una soluzione pacifica al conflitto. Tuttavia, Trump ha sollevato dubbi sulla volontà dell’Ucraina di giungere a un accordo, dichiarando: “Devo sapere se vogliono un accordo. Non so se l’Ucraina voglia un accordo. Se non lo vogliono, noi ci chiamiamo fuori”.
Le tensioni sul campo di battaglia
Mentre le trattative diplomatiche si intensificano, il conflitto sul campo continua a infuriare. Secondo la piattaforma DeepState, vicina all’esercito ucraino, le forze russe hanno sfondato le difese ucraine nella regione di Kursk, a sud della città di Sudzha, controllata da Kiev. Questo sviluppo ha portato a una parziale perdita di controllo da parte dell’Ucraina su una strada strategica, costringendo le truppe ucraine a ritirarsi da alcune posizioni.
L’analista militare Yan Matveyev ha avvertito che le forze russe stanno accerchiando le unità ucraine da ovest e da est, riducendo sempre di più il corridoio per una possibile ritirata. “Il corridoio si è ristretto a 12-13 chilometri. Le posizioni rimaste sono troppo esposte per garantire la sicurezza delle truppe”, ha scritto su Telegram. La situazione logistica nel Kursk è descritta come critica da Sergiy Sternenko, attivista ucraino, che ha sottolineato come le rotte di rifornimento siano sotto il controllo del fuoco nemico.
Nel frattempo, il corrispondente militare russo Alexander Kots ha affermato che Kiev non può più ritirare le sue forze senza subire gravi perdite, aggiungendo che “è troppo tardi” per una manovra sicura. La guerra continua a mietere vittime e a generare incertezze, mentre i leader mondiali si confrontano su possibili soluzioni per una pace duratura.