Nessun volo europeo tra le tratte più turbolente del mondo. A dominare la lista sono i collegamenti tra Argentina, Cile e Nepal.
Una classifica aggiornata al 2025 sulle rotte aeree più turbolente del mondo mostra che nessun volo italiano o europeo rientra tra i primi dieci percorsi dove si “balla” di più in quota. A stilare il report è stato il sito specializzato Turbli.com, analizzando i dati di oltre 10.000 voli e 550 aeroporti monitorati dalla National Oceanic and Atmospheric Administration americana.
La tratta peggiore è quella tra Mendoza (Argentina) e Santiago del Cile, lunga appena 196 chilometri, ma costantemente colpita da forti turbulenze atmosferiche. A seguire, si trovano altri collegamenti sudamericani come Cordova–Santiago, Mendoza–Salta e Mendoza–San Carlos de Bariloche, tutti caratterizzati dal sorvolo delle Ande, una delle catene montuose più estreme del mondo.
Completano la top ten due tratte asiatiche: Katmandu–Lhasa e Chengdu–Lhasa, che attraversano le zone turbolente dell’Himalaya. In tutti i casi, si tratta di rotte in cui la morfologia del territorio e la pressione atmosferica instabile generano fenomeni improvvisi e persistenti, rendendo il volo particolarmente agitato anche per piloti esperti.
Le cause dell’aumento delle turbolenze: cosa dicono gli esperti e cosa cambia per i passeggeri
Se le turbolenze sono sempre state parte dell’esperienza di volo, negli ultimi anni la loro frequenza e intensità sono in aumento. Secondo gli esperti citati nel report, uno dei fattori principali è il cambiamento climatico: l’alterazione delle correnti atmosferiche e il riscaldamento delle fasce d’aria ad alta quota stanno rendendo più imprevedibili i movimenti del vento.
In particolare, fenomeni come il clear-air turbulence, cioè la turbolenza ad aria limpida, sono più difficili da individuare e si verificano senza segnali visibili, colpendo spesso aerei in volo di crociera. È proprio questo tipo di turbolenza a rappresentare oggi il rischio maggiore per voli di linea e passeggeri non allacciati.
Il report di Turbli sottolinea anche come le tratte coinvolte condividano non solo l’attraversamento di zone montuose, ma anche la presenza di correnti d’aria verticali instabili legate a configurazioni meteorologiche locali. Non è un caso, infatti, che le Alpi europee e i cieli del Mediterraneo risultino ad oggi fuori dalla mappa delle aree critiche.
Una buona notizia, dunque, per chi vola da e per l’Italia: i cieli sopra lo Stivale restano, per ora, tra i più stabili e sicuri. Ma le previsioni climatiche indicano che l’aumento delle temperature globali potrebbe cambiare la mappa delle turbolenze nei prossimi anni. E con essa, anche l’esperienza di volo per milioni di passeggeri.