Volodymyr Zelensky ha rivelato una pratica agghiacciante che coinvolgerebbe l’esercito russo nell’attuale conflitto in Ucraina. Attraverso un video pubblicato su Twitter, il presidente ucraino ha denunciato che i soldati di Mosca stanno bruciando i volti dei soldati nordcoreani uccisi per nascondere la loro presenza sul campo di battaglia. Questa rivelazione getta nuova luce sulla crudeltà del conflitto e sulla strategia del Cremlino nel gestire le perdite umane di alleati insperati. Zelensky ha espresso il suo sdegno, definendo quest’azione una follia che non possa rimanere inalterata.
La denuncia di Zelensky sulle atrocità in guerra
Nelle sue dichiarazioni, Zelensky ha affermato che, dopo anni di guerra, la Russia ha dimostrato una cinicità che supera ogni limite. “Pensavamo che non potessero diventare più cinici, ma ci sbagliavamo”, ha scritto, evidenziando la sempre più drammatica situazione sul campo. Secondo il presidente, il comportamento delle forze russe non si limita a reclutare truppe nordcoreane per le offensive contro le posizioni ucraine, bensì include la pratica di distruggere i segni di queste perdite per evitare che la comunità internazionale ne prenda atto. “Questa follia deve essere fermata”, ha sottolineato Zelensky, rivendicando la necessità di una pace duratura e della responsabilità di Mosca per quanto sta accadendo.
Il leader ucraino ha messo in evidenza come la Russia, oltre a gestire il conflitto, stia cercando di salvaguardare la propria immagine, anche a costo della dignità dei soldati nordcoreani. L’azione di bruciare i volti è vista non solo come una violenza sul corpo, ma anche come una mancanza di rispetto verso le vite perse in un conflitto già devastante.
Il diritto di negoziare: la posizione dell’Ucraina
Zelensky ha anche chiarito che nessun paese o leader mondiale ha il diritto di discutere accordi di pace senza il coinvolgimento dell’Ucraina. Durante un incontro online con i lettori di Le Parisien, ha evidenziato come l’Ucraina sia la vittima nel conflitto e che non ha delegato a nessun altro la gestione del proprio futuro. La questione dell’autodeterminazione è centrale: “Ogni popolo ha diritto di decidere del proprio destino”, ha affermato, ponendo l’accento sulla necessità di un dialogo genuino e rispettoso.
In questo contesto, Zelensky ha spiegato che i negoziati non dovrebbero avvenire in un’ottica di debolezza, ma piuttosto come una necessità strategica. L’auspicio è quello di definire un piano d’azione preciso prima di intraprendere qualsiasi discussione, in modo da evitare che il dittatore russo possa influenzare le decisioni dell’Ucraina.
La situazione sul campo: il controllo russo nella regione di Donetsk
Intanto, le notizie dalla Russia non si fermano. Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze armate hanno acquisito il controllo di due nuovi insediamenti nella regione di Donetsk, precisamente Stary Terny e Trudove, aree strategiche attorno alla città industriale di Kurakhove. Questo sviluppo ha sollevato preoccupazioni tra le autorità ucraine, in quanto segna un ulteriore consolidamento delle posizioni russe nell’est del paese in un momento già difficile per le forze ucraine.
Questi eventi dimostrano come la guerra stia continuando a evolversi, con perdite e guadagni da entrambe le parti, rendendo ancora più complessa la situazione sul terreno. Gli sviluppi rimangono monitorati con attenzione dalla comunità internazionale, che guarda anche ai diritti umani e al trattamento dei prigionieri di guerra.
Le sanzioni dell’Unione Europea e l’impatto sull’economia russa
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha fatto il punto sulla situazione delle sanzioni contro la Russia, annunciando un sedicesimo pacchetto di misure restrittive in preparazione. In un discorso a Strasburgo, ha affermato che attualmente un terzo del bilancio russo è destinato alla spesa militare, definendo la situazione un’economia di guerra. Le sanzioni sono viste come uno strumento cruciale per minare le finanze russe, con l’obiettivo di costringere il Cremlino a rivedere le proprie strategie.
Von der Leyen ha evidenziato come il rublo sia sceso ai minimi storici dall’inizio del conflitto e che l’inflazione abbia raggiunto livelli preoccupanti. “Il messaggio al Cremlino è chiaro: più a lungo dura la guerra, maggiore sarà il prezzo che l’economia russa dovrà pagare”, ha concluso, ribadendo la determinazione dell’Unione Europea nel sostenere l’Ucraina e nel contrastare le aggressioni russe. Queste circostanze mostrano non solo l’impatto immediato del conflitto, ma anche le conseguenze a lungo termine per la stabilità della regione.