Venezia a rischio di gravi inondazioni entro il 2150, avverte uno studio dell’INGV

innalzamento del mare minaccia venezia: studio avverte di potenziali inondazioni e necessità di interventi urgenti per proteggere la città e il suo patrimonio culturale.
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Venezia potrebbe affrontare gravi inondazioni entro il 2150, secondo un nuovo studio dell'INGV, evidenziando l'urgenza di azioni contro il cambiamento climatico

Allerta per Venezia: L’innalzamento del mare minaccia la laguna

Uno studio recente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha lanciato un allerta preoccupante per Venezia e la sua laguna, rivelando scenari critici legati all’innalzamento del livello del mare. Basato su proiezioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e su dati geodetici, il rapporto esamina le aree potenzialmente a rischio di inondazione nei prossimi decenni, con particolare attenzione al futuro della città entro il 2150.

Il 26 marzo 2025, Marco Anzidei, primo autore della ricerca, ha evidenziato l’importanza di questo studio: “L’indagine è stata condotta per fornire informazioni cruciali sull’evoluzione dell’innalzamento del livello del mare nella Laguna di Venezia, per comprendere come questo fenomeno possa influenzare una delle città più iconiche del mondo”. La ricerca, pubblicata sulla rivista *Remote Sensing*, mette in evidenza che il sistema di barriere mobili MoSE, concepito per proteggere Venezia dalle acque alte, potrebbe non essere sufficiente. Attualmente, il MoSE è calibrato per un dislivello massimo di 3 metri, ma le proiezioni suggeriscono che il livello del mare potrebbe superare questo limite verso la fine del secolo.

Un approccio multidisciplinare

Per condurre questa analisi, i ricercatori hanno adottato un approccio multidisciplinare, combinando dati geodetici da reti di stazioni Global Navigation Satellite System (GNSS), informazioni satellitari Synthetic Aperture Radar (SAR), e serie temporali del livello del mare fornite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dal Centro Previsioni e Segnalazioni Maree del Comune di Venezia. Sono stati utilizzati anche dati topografici ad alta risoluzione forniti dal CO.RI.LA e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

Anzidei e Cristiano Tolomei, entrambi ricercatori dell’INGV, spiegano che “per stimare gli effetti dell’aumento del livello del mare nella Laguna di Venezia entro il 2150, è stato necessario un approccio basato su diverse tipologie di dati”. I risultati dello studio sono allarmanti: nel peggiore dei casi, il livello del mare potrebbe aumentare fino a 3,47 metri sopra il riferimento della stazione mareografica di Punta della Salute, in concomitanza con eventi estremi di alta marea, simili a quelli del 1966 e del 2019.

Implicazioni per il futuro di Venezia

Le proiezioni indicano che, senza interventi significativi, il territorio potenzialmente sommerso entro il 2150 potrebbe arrivare a 139 km², con un’estensione che potrebbe toccare i 226 km² in caso di acque alte eccezionali. Tommaso Alberti e Daniele Trippanera, anch’essi ricercatori dell’INGV, avvertono che “senza ulteriori interventi specifici, Venezia sarà sempre più esposta a fenomeni di inondazione, con un impatto significativo sulla popolazione e sul patrimonio storico”.

Le analisi hanno consentito di elaborare mappe dettagliate dei possibili scenari di inondazione per il 2050, 2100 e 2150, evidenziando l’urgenza di un aggiornamento della pianificazione territoriale e dei piani di rischio da parte dei decisori politici e degli enti locali. “Solo attraverso una gestione responsabile e consapevole sarà possibile preservare la città, la sua popolazione e un patrimonio culturale unico al mondo dalle conseguenze dell’innalzamento del livello del mare atteso nei prossimi decenni”, conclude Anzidei.

Infine, lo studio sottolinea che l’aumento del livello del mare nella laguna non è un fenomeno nuovo, ma è amplificato dagli effetti del cambiamento climatico e dalla continua subsidenza del suolo, che in alcune aree raggiunge valori fino a 7 mm all’anno. Le zone più basse della laguna risultano quindi maggiormente vulnerabili al rischio di allagamento, con implicazioni critiche per le infrastrutture costiere e le attività economiche locali.

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