VIAGGIO NEL CHIANTI, ALLA SCOPERTA DELL’OFFICINA DELLA BISTECCA DI DARIO CECCHINI

Un viaggio nel Chianti che si rispetti deve prevedere una visita all’Officina della Bistecca a Panzano in Chianti dove ad attendere gli ospiti non c’è “Il classico zerbino con scritto welcome, ma un bicchiere di buon Chianti”; parole queste dette da Dario Cecchini, titolare del locale e personaggio veramente a 360° che fa dell’amore per il proprio mestiere, per la propria terra, per il proprio borgo con tutti i suoi abitanti autentici must.

Conosciuto a livello internazionale (non si contano le interviste rilasciate a media quali CNN solo per citarne uno), Cecchini, che ha studiato veterinaria all’università di Pisa, si autodefinisce orgogliosamente come il “Macellaio di Panzano”. Per lui questo non è solo un mestiere, ma qualcosa di più poiché nel suo DNA c’è l’essere macellaio; ed infatti come ci tiene a dire con molto orgoglio “Rappresento l’ottava generazione perché la mia famiglia fa questo lavoro da 250 anni ed io stesso sono nato a 10 metri dalla macelleria dei miei genitori. Aggiungo poi che mi hanno raccontato come la prima persona che abbia visto, appena nato, è stato il mio babbo vestito da macellaio”. Il suo legame con Panzano, “cocuzzolo in Paradiso” come lo definisce è viscerale, indissolubile e lo dimostra quando afferma come sia legato con la comunità alla quale, lui ed i suoi predecessori, “hanno dato i propri servizi ricevendo“, egli e la sua famiglia, “molto in cambio“.

Un dare e avere non fine a stesso quello che porta avanti Cecchini nella sua bottega, come ama definirla, all’interno della quale si respira, appena varcato l’ingresso, un’ospitalità definita da lui stesso come “sacra”, frutto dell’incontro tra ospite-viaggiatore, mai ritenuto come mero numero, con qualsiasi membro dello staff. In sintesi, il concetto di “incontro”, tanto caro in primis al Cecchini persona oltre che al professionista, si instaura sia con gli abitanti del villaggio che con una persona che magari ha viaggiato molto per arrivare all’Officina della Bistecca (qua per ulteriori info e foto). Incontro che concretamente è un bicchiere di buon vino, un crostino al burro del Chianti e tanto buon umore fatto anche della recita, da parte di Cecchini, di alcuni passi della Divina Commedia, mentre i clienti sono in attesa, per dare quello che lui definisce “Un naturale benvenuto ad ognuno perché io faccio quello che ho piacere che mi venga dato quando sono io stesso a muovermi; e sono sicuro di affermare che i miei clienti sentono questo mio speciale benvenuto”.

Sua Maestà la Fiorentina

Il rapporto davvero unico, speciale che c’è con i concittadini c’è anche quindi con i clienti, i quali da Cecchini trovano qualcosa che va oltre al classico comprare-pagare; si instaura così un legame basato sulla simpatia, sul buon umore, testimoniato da un esempio, degli infiniti che si potrebbero fare, che viene fornito direttamente dal titolare della macelleria: “Ho un caro amico di Santo Domingo al quale la moglie ha letteralmente vietato di venire nel mio negozio per due anni. Il motivo? Ogni volta che mi fa visita finisce con l’ingrassare perché adora troppo la mia “ciccia” che vendo”.

Cecchini che non disdegna affatto, e non potrebbe essere altrimenti, la propria toscanità che va dall’adorare i suoi luoghi del Chianti all’apprezzare il latino usato addirittura nello slogan “Carne diem” per la bottega; slogan che si aggiunge all’ormai virale “Viva la ciccia” ed al dantescoLasciate ogni speranza, o voi che entrate, siete nelle mani di’macellaio”. Ma toscanità vuol dire anche e soprattutto senso dell’umorismo (qua per alcune foto dove traspare, tra le altre, la simpatia) del quale Cecchini fa abbondantemente uso come quando, una ventina di anni fa, presenziò a Roma durante la visita del Principe Carlo d’Inghilterra presso l’Ambasciata. Ma cosa successe? Ce lo racconta lui stesso: “Alla cena ufficiale, nel mentre tagliavo un pezzo di carne, mi rivolsi al Principe dicendogliTo beef or not to beefricevendo dall’Ambasciatore un poco umoristicoNon si tocca Shakespeare!” racconta divertito il “Macellaio di Panzano”.

Uomo divertente, sempre pronto a dispensare buon umore Cecchini il quale, e qui sta uno dei suoi innumerevoli pregi, è dotato di grande sensibilità che dimostra quando parla degli animali, proprio lui che è un macellaio; elevata sensibilità poiché la carne, per “Il macellaio di Panzano”, è anche motivo di rispetto nei confronti dell’animale sottolineando come: “Ricordo ai miei ragazzi quando tagliano un manzo, o qualsiasi animale che lavoriamo, che ogni muscolo, tendine è stato fatto in una vita ed abbiamo il dovere e la responsabilità di rispettare il sacrificio, di onorare la morte dell’animale in quanto la morte nutre la vita poiché, essendo carnivori, è quello che, per me, dobbiamo fare”.

Il Cecchini panini truck

Sensibilità che si “tocca con mano” anche con il concetto di libertà di pensiero quando Cecchini paragona l’uomo ad un albero nel senso che deve essere dotato sia delle radici, che rappresentano la tradizione da cui “nutrirsi”, che della chioma la quale, essendo rivolta verso il cielo, si concretizza nel pensiero libero ed innovativo. Tipologia di pensiero che viene portata in tavola, nel vero senso del termine, nella proposizione nel suo locale di un menu vegetariano che di primo acchito sembrerebbe completamente in antitesi con un macelleria; particolare menu introdotto da Cecchini seguendo appunto la tesi del libero pensiero che sintetizza con la frase “to beef or not to beef” ovvero, detto in parole povere, la possibilità di dare, al cliente che non vuole mangiare la carne, un menu che non è nient’altro che quello che si aveva in passato quando non c’era la possibilità economica di consumare “la ciccia”, come chiama affettuosamente la carne lui che è fiero di fare “la cucina e il lavoro delle stalle e non la cucina stellata”.

Anche Cecchini, che può vantare tutta una serie di articoli di merchandising (macelleria@dariocecchini.com per info) da vera star quale è, ha vissuto il periodo difficile della pandemia durante il quale ha messo in pratica, una volta in più, quel rapporto particolare con i propri compaesani andando ad introdurre una grossa novità: il “Cecchini panini truck”. Un foodtruck con griglia a bordo, o furgoncino come ci tiene a chiamarlo l’ideatore, che ha avuto il merito di essere stato “Durante il periodo del lockdown l’unico conforto di cibo caldo dedicato alla comunità stando aperto, poiché vendiamo cibo, tutti i giorni tranne Natale, dalle 11 alle 15, come la macelleria, proponendo prezzi estremamente popolari”.

Ottima carne, simpatia a go-go, paesaggi naturali che tutto il mondo ci invidia sono gli ingredienti principali di una visita nel Chianti e specificatamente a Panzano in Chianti dove Dario Cecchini, alias il “Macellaio di Panzano”, attende tutti distribuendo buon umore, sapori genuini e spiegandovi perché, e c’è da credergli, la sua macelleria è “il centro del mondo“.