Accordo migranti Italia-Albania: l’opposizione solleva critiche sulla deportazione

L’accordo raggiunto dal governo italiano con l’Albania per la gestione dei migranti ha suscitato critiche da parte delle opposizioni. Il Partito Democratico (Pd) ha definito l’intesa un “pericoloso pasticcio”, sottolineando l’ambiguità delle procedure di verifica delle domande d’asilo e la mancanza di accordi bilaterali per i ricorsi e i rimpatri. Il Pd ha ribadito la necessità di nuove vie d’accesso legali e di una redistribuzione obbligatoria dell’accoglienza in Europa.

Alleanza Verdi Sinistra (Avs) ha accusato il governo di mascherare una politica di respingimento come cooperazione internazionale. Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, ha definito i centri in Albania come luoghi di deportazione che violano il diritto internazionale e svuotano il diritto di asilo di significato.

Il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha criticato la delocalizzazione dei naufraghi in Albania, definendo l’accordo una nuova invenzione della destra italiana. Fratoianni ha sottolineato l’incapacità del governo nel gestire le politiche migratorie e ha espresso preoccupazione per la natura giuridica dei centri proposti.

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha definito l’accordo una “Guantanamo italiana”, al di fuori degli standard internazionali e dell’Unione Europea. Magi ha sottolineato l’illegittimità dell’accordo e la necessità di una legge che regoli la condizione dei cittadini stranieri nel rispetto delle convenzioni internazionali e del diritto europeo.

Le opposizioni hanno quindi espresso preoccupazione per l’accordo Italia-Albania, evidenziando la mancanza di garanzie per i diritti fondamentali dei migranti e la delega delle responsabilità italiane nella gestione dei migranti irregolari.