Attentato alla Sinagoga: Fadlun richiede estradizione dei terroristi

Una immagine d'archivio del 9 ottobre 1982 relativa all'attentato compiuto da un commando palestinese alla sinagoga di Roma in cui mori' il piccolo Stefano Tache' Gay, di 2 anni. ANSA

Emergono nuovi sviluppi nel caso dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982

Dopo anni di indagini, finalmente si fa luce sulla verità riguardo all’attentato terroristico alla Sinagoga di Roma avvenuto nel 1982. Quattro presunti terroristi sono stati iscritti nel registro degli indagati dai pubblici ministeri di piazzale Clodio. Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, chiede al governo di fare tutto il possibile per ottenere l’estradizione di questi individui.

Le indagini sul tragico evento, riaperte nel 2020, si sono rivelate una vera e propria corsa ad ostacoli. La complessità del caso è stata aggravata dal dissequestro di alcuni documenti relativi alle vecchie indagini. Recentemente, i magistrati responsabili del procedimento hanno iscritto nel registro degli indagati Walid Abdulrahman Abou Zayed, Gamal Tawfik Arabe El Arabi, Mahmoud Khader Abed Adra e Nizar Tawfiq Mussa Hamada, accusandoli del reato di strage.

Negli anni ’80, l’unico responsabile individuato per l’attacco, Osama Abdel Al Zomar, è fuggito dall’Italia e ha fatto perdere le sue tracce in Libia. Tuttavia, potrebbe esserci una speranza di fare luce su quanto accaduto 41 anni fa grazie alla collaborazione giudiziaria con la Francia. Da mesi, gli inquirenti italiani stanno lavorando a stretto contatto con i loro omologhi parigini, che stanno indagando su un attentato avvenuto due mesi prima dell’attacco alla Sinagoga di Roma, nel ristorante ebraico Jo Goldenderg, dove persero la vita sei persone.

Secondo quanto emerso, anche grazie alle testimonianze di un collaboratore di giustizia francese, entrambi gli attentati sarebbero stati compiuti dallo stesso gruppo di terroristi palestinesi noto come ‘Abu Nidal’. Gli indagati dell’attentato alla Sinagoga di Roma farebbero parte di questa organizzazione.

La richiesta di estradizione dei presunti terroristi da parte del presidente della Comunità Ebraica di Roma è un segnale di speranza per le vittime e i loro familiari, che da decenni aspettano giustizia. Ora spetta al governo fare tutto il possibile per assicurare che questi individui siano processati e che la verità venga finalmente rivelata.