Cladribina: nuovi dati confermano efficacia in sclerosi multipla

Nuove analisi condotte dallo studio Magnify-Ms su cladribina compresse dimostrano una riduzione duratura della catena leggera dei neurofilamenti (Nfl) nel siero dei pazienti con sclerosi multipla recidivante (Smr). Questo indica che il trattamento ha ridotto il danno neuronale in tutti i sottogruppi di pazienti sottoposti a risonanza magnetica nel corso di due anni. I risultati sono stati presentati da Merck al IX Congresso Ectrims-Actrimsin, evento internazionale dedicato alla sclerosi multipla.

Aumento dell’uso di cladribina compresse nei pazienti naïve al trattamento

I dati di due studi Real-World Evidence (Rwe) mostrano un aumento dell’uso di cladribina compresse nei pazienti naïve al trattamento. Ciò ha portato a una riduzione dei livelli di switch verso altri trattamenti modificanti il decorso della malattia (Dmt) fino a quattro anni. Questi risultati indicano i possibili benefici dell’inizio precoce del trattamento con cladribina compresse nelle fasi iniziali della malattia.

Importanza dei livelli sierici di Nfl come biomarcatore nella Sm

I livelli sierici di Nfl sono sempre più utilizzati come biomarcatore nella sclerosi multipla, segnalando l’attività di malattia e la possibile progressione. Alexander Kulla, Senior Vice President & Medical Unit Head Neurology & Immunology di Merck, afferma che i risultati presentati confermano che il trattamento con cladribina compresse riduce in modo sostenuto i livelli di Nfl sierici senza causare immunosoppressione continua.

Benefici dell’inizio precoce del trattamento con cladribina compresse

I due studi real-world presentati da Merck rafforzano i benefici dell’inizio del trattamento con cladribina compresse nelle fasi iniziali della malattia. Nel follow-up a cinque anni dello studio Clarence, è emerso che il 36,1% dei pazienti esaminati al momento dell’inizio della terapia era naïve al trattamento. Inoltre, uno studio separato condotto in America Latina ha evidenziato un aumento dell’inizio del trattamento con cladribina compresse nei pazienti naïve, indicando un vantaggio nell’utilizzo precoce di questo farmaco.

Ridotto switch verso altre terapie con cladribina compresse

Entrambi gli studi real-world hanno mostrato che pochissimi pazienti trattati con cladribina compresse sono passati ad altre terapie. Ciò suggerisce che il trattamento con cladribina compresse può essere efficace e ben tollerato dai pazienti con sclerosi multipla recidivante.

Conclusioni

Le nuove analisi dello studio Magnify-Ms e i dati dei due studi real-world presentati da Merck confermano l’efficacia e i benefici del trattamento con cladribina compresse nella sclerosi multipla recidivante. Questi risultati supportano l’importanza dell’inizio precoce del trattamento e indicano che cladribina compresse può essere una valida opzione terapeutica per i pazienti naïve al trattamento.