Comunità ebraica Roma: L’assenza del movimento ‘me too’ per le israeliane – Un’analisi dettagliata

Il nuovo progetto di illuminazione artistica permanente del Tempio Maggiore, la Sinagoga di Roma, 7 febbraio 2019 ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Il silenzio delle donne israeliane: una voce dimenticata

Durante l’inaugurazione della video-installazione “il silenzio è complice”, proiettata sulla facciata della fondazione del Museo della Shoah a Roma, la vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, Antonella Di Castro, e la direttrice di Shalom.it, Ariela Piattelli, hanno espresso la loro delusione per il mancato supporto delle associazioni femminili nei confronti delle donne israeliane vittime di violenza. “È come se il Me Too per le israeliane non ci fosse. Nessuno per queste donne ha detto nulla. ‘Faremo rumore’, ma qui il rumore non c’è stato. Non c’è stata una mobilitazione, da parte delle associazioni femminili. Quindi lo abbiamo fatto noi, in modo silenzioso senza disturbare perché avevano diritto di essere ricordate anche loro”, hanno dichiarato.

Le donne israeliane hanno subito violenze e abusi durante l’attacco di Hamas il 7 ottobre, ma la loro storia è stata ignorata e dimenticata. “Noi quel giorno abbiamo visto il corpo femminile come campo di battaglia perché ci hanno costretto a vedere”, ha ricordato la vicepresidente. Mentre in Francia è stato lanciato un appello per parlare delle violenze subite il 7 ottobre, in Israele non c’è stata alcuna mobilitazione. Il silenzio attorno a queste donne è stato assordante.

Per rendere omaggio alle donne israeliane vittime di violenza, è stata proiettata la video-installazione “il silenzio è complice” sulla facciata della fondazione del Museo della Shoah a Roma. Questa iniziativa ha lo scopo di ricordare e dare voce a queste donne, che sono state ignorate e dimenticate. La video-installazione è stata realizzata in modo silenzioso, senza disturbare, per rispettare la memoria delle vittime.

È importante che la storia delle donne israeliane venga raccontata e che la loro voce venga ascoltata. È un dovere per la società dare visibilità a queste storie di violenza e abuso, affinché non vengano dimenticate e affinché si possa lavorare per prevenire futuri episodi simili. Le associazioni femminili hanno il compito di sostenere e difendere i diritti delle donne, e non possono permettere che alcune voci vengano ignorate.

La video-installazione “il silenzio è complice” rappresenta un importante passo verso la sensibilizzazione e la consapevolezza delle violenze subite dalle donne israeliane. È un modo per ricordare e onorare le vittime, e per chiedere giustizia e protezione per tutte le donne che sono state vittime di violenza. È necessario che la società si mobiliti e si unisca per combattere ogni forma di violenza di genere, affinché nessuna donna venga mai più dimenticata o ignorata.