Inflazione in Italia a novembre: crollo del -0,4%, ma si attesta a +0,8% su base annua

L’inflazione rallenta a novembre: prezzi energetici in calo e alimentari lavorati in diminuzione

A novembre, l’indice dei prezzi al consumo (NIC) in Italia ha registrato una diminuzione dello 0,4% rispetto al mese precedente, mentre su base annua è aumentato dello 0,8%. Questo rappresenta il tasso di crescita più basso dal marzo 2021, quando era stato del +1,7%. La decelerazione dell’inflazione è principalmente attribuibile ai prezzi energetici, sia quelli non regolamentati (-17,7% a -22,5%) che quelli regolamentati (-31,7% a -36%). Inoltre, si è verificata una riduzione dei prezzi degli alimentari lavorati (da +7,3% a +6,3%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +4% a +3,5%). Questi effetti sono stati solo parzialmente compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,8%). L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi energetici e gli alimentari freschi, continua a rallentare (da +4,2% a +3,6%), così come l’inflazione al netto solo dei beni energetici (da +4,2% a +3,7%). L’inflazione acquisita per il 2023 è attualmente del +5,7%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è diminuito dello 0,4% rispetto al mese precedente e ha registrato un aumento dello 0,7% su base annua.

L’andamento dei prezzi a novembre

A novembre, l’indice dei prezzi al consumo (NIC) in Italia ha mostrato una tendenza al rallentamento. I prezzi energetici, sia quelli regolamentati che quelli non regolamentati, hanno registrato una diminuzione significativa rispetto al mese precedente. Questo ha contribuito alla decelerazione dell’inflazione complessiva. Inoltre, i prezzi degli alimentari lavorati, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi ai trasporti sono aumentati a un ritmo più lento rispetto al mese precedente. Tuttavia, c’è stata un’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati. L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi energetici e gli alimentari freschi, continua a rallentare, così come l’inflazione al netto solo dei beni energetici. L’inflazione acquisita per il 2023 è attualmente del +5,7%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha registrato una diminuzione rispetto al mese precedente, ma è aumentato su base annua.

Prospettive future

Nonostante la decelerazione dell’inflazione a novembre, è importante considerare le prospettive future. L’inflazione acquisita per il 2023 è ancora significativa, indicando che potrebbero esserci pressioni inflazionistiche anche nel prossimo anno. Inoltre, l’andamento dei prezzi energetici e degli alimentari lavorati potrebbe continuare a influenzare l’inflazione complessiva. Sarà interessante osservare come questi fattori si evolveranno nei prossimi mesi e se ci saranno eventuali interventi per mitigare gli effetti sull’economia e sui consumatori. Nel frattempo, i consumatori potrebbero beneficiare di una moderazione dei prezzi, in particolare per quanto riguarda i beni energetici e gli alimentari lavorati. Tuttavia, è importante monitorare attentamente l’andamento dei prezzi al consumo e adattare le politiche economiche di conseguenza.