Italia: Bambini che frequentano l’asilo sotto la media europea, insegue Francia e Spagna

Asili nido in Italia: lunghe liste d’attesa e disuguaglianze

La situazione degli asili nido in Italia è preoccupante, con la metà di essi che ha liste d’attesa e solo il 9,4% che offre esenzioni totali per le famiglie a basso reddito. Inoltre, i bambini provenienti da famiglie monoreddito e con livelli di istruzione più bassi hanno meno possibilità di accedere a questi servizi. Questo emerge dal Report dell’Istat “Offerta di nidi e servizi integrativi per la prima infanzia nell’anno educativo 2021/2022”.

L’Italia al di sotto della media europea, Francia e Spagna in testa

In Italia, meno del 30% dei bambini sotto i 3 anni trova posto nei servizi educativi per la prima infanzia, mentre la media europea è del 37,9%. Paesi come Francia e Spagna superano il 50%, mentre Paesi Bassi e Danimarca raggiungono rispettivamente il 74,2% e il 69,1%.

Grandi differenze tra le regioni

Le differenze tra le regioni italiane sono ancora molto evidenti. L’Umbria ha la percentuale più alta di copertura (43,7%), seguita da Emilia Romagna (41,6%), Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Trento (41,1%). Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Lazio superano il 33% (rispettivamente 38,4%, 36,8% e 36,1%). Al contrario, Campania, Sicilia e Calabria sono ancora al di sotto del 15% (11,7%, 13% e 14,6%), mentre la Sardegna raggiunge il 32,5%.

Copertura limitata per i comuni

I capoluoghi di provincia hanno una copertura media del 35,3%, mentre i comuni non capoluogo hanno una copertura del 24,9%. Sebbene la copertura dei posti per bambini da 0 a 2 anni sia aumentata leggermente (0,8%) rispetto all’anno precedente, raggiungendo il 28%, l’obiettivo del 33% stabilito dal Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002 è ancora lontano. Inoltre, l’obiettivo europeo del 45% di bambini frequentanti servizi educativi di qualità entro il 2030 è ancora molto distante.

Aumento dell’offerta dopo la pandemia

Nonostante un aumento di 1.780 posti negli asili nido dopo la pandemia, la domanda di iscrizioni rimane insoddisfatta, soprattutto al Sud Italia (66,4% nel settore pubblico, 48,7% nel settore privato). Attualmente, in Italia sono attivi 13.518 nidi e servizi integrativi per la prima infanzia, con oltre 350.000 posti autorizzati. Nel 2021, i Comuni hanno speso 1,569 miliardi di euro per i servizi all’infanzia, un aumento del 16,9% rispetto al 2020, di cui il 16,7% è stato rimborsato dalle rette pagate dalle famiglie (263 milioni di euro).