La rivelazione della prima versione della Presa di Cristo di Caravaggio

Dopo più di 70 anni, viene finalmente svelato al pubblico un capolavoro di Caravaggio: la prima versione della famosa composizione raffigurante la Presa di Cristo. Questo soggetto è stato al centro di infinite polemiche nel corso degli anni, con un sapore che ricorda gli intrighi internazionali. L’opera potrà essere ammirata al Palazzo Chigi ad Ariccia, dal 14 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024, dopo il completamento dei lavori di restauro e delle indagini diagnostiche condotte sul dipinto.

In passato, l’opera era stata esposta solo una volta, nel 1951, al Palazzo Reale di Milano, grazie all’intervento di Roberto Longhi. Tuttavia, in quel periodo, il dipinto si presentava sporco e con diverse ridipinture, che sono state rimosse durante il restauro. Le indagini condotte hanno invece rivelato importanti cambiamenti e numerosi “pentimenti”, che, secondo i curatori, confermano l’autenticità dell’opera, riconosciuta come tale da autorevoli studiosi sin dalla sua riapparizione nel 2003. Proprio per la sua eccezionalità, il dipinto è stato dichiarato di particolare interesse nazionale con un decreto del 2004 del Ministero dei Beni Culturali.

Questa è la prima volta che vengono esposte le prestigiose provenienze dell’opera: la collezione Mattei, la collezione Colonna di Stigliano e la collezione Ruffo di Calabria, attraverso cui è giunta all’attuale proprietario. La Presa di Cristo della collezione Mattei, conosciuta attraverso numerose copie e presunti originali, rappresenta un vero e proprio corrispettivo privato delle stupefacenti tele presenti nella cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi (1599-1600) e nella cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo (1600). La mostra ripercorre la controversa storia di questa potente opera caravaggesca, che raggiunge il suo apice nelle due versioni della collezione Ruffo di Calabria, scoperte da Roberto Longhi nel 1943, e nella Compagnia dei Gesuiti di Dublino, che è stata depositata presso la National Gallery of Ireland dal 1993.

Nessun’altra opera di Caravaggio ha conosciuto una storia collezionistica così travagliata nelle sue principali versioni, con la pubblicazione di un romanzo thriller, un rocambolesco furto e una paradossale vicenda giudiziaria.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA