Manovra: Celotto sostiene che il monocameralismo non sia saltato

L’esecutivo non ha concesso emendamenti alla legge di bilancio, “silenziano” ambedue le camere. Secondo Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre, il monocameralismo non è saltato, ma si è trasformato nel corso degli anni. Da circa 40 anni, infatti, il decreto legge è diventato un’iniziativa legislativa rinforzata utilizzata da tutti i governi per le iniziative di rilievo.

Il processo di trasformazione delle leggi

Celotto spiega che negli ultimi 20 anni si è consolidata la questione di fiducia, meccanismo utilizzato da tutti i governi per blindare il voto parlamentare sui provvedimenti importanti. Negli ultimi 5 anni, invece, si è passati al monocameralismo alternato, con una sola Camera che esamina i provvedimenti importanti come la legge di bilancio, mentre l’altra camera si limita a una ratifica di fiducia. Questo ha rafforzato il ruolo del governo e indebolito quello del Parlamento.

La crisi della centralità parlamentare

La centralità parlamentare è in crisi da almeno 50 anni, secondo Celotto. Questa situazione è preoccupante e richiede riforme istituzionali serie e condivise. Il professore, già capo gabinetto del ministro Casellati, sottolinea che il numero di emendamenti poco importa, poiché si possono trovare casi analoghi se si fa un lavoro certosino. La realtà è che il modo di produrre le leggi è profondamente cambiato negli ultimi decenni.

Conclusioni

La legge di bilancio è stata approvata senza emendamenti, confermando il monocameralismo nel processo legislativo italiano. Questa trasformazione è avvenuta nel corso degli anni, con l’utilizzo sempre più frequente del decreto legge come iniziativa legislativa rinforzata. Questo ha portato a una maggiore centralità del governo e a un indebolimento del Parlamento. Secondo Celotto, è necessario affrontare seriamente e condividere riforme istituzionali per risolvere questa crisi della centralità parlamentare.