Patrick Zaki a Radio2: “Sono contro qualsiasi violenza”.

Patrick Zaki a Radio2: “Sono contro qualsiasi violenza. Non è vero che tutti i palestinesi stanno con Hamas e che tutti quelli che vivono a Gaza stanno con Hamas. Abbiamo il diritto di avere chiarezza”. 
Patrick Zaki è stato ospite di Rai Radio2 nel corso del programma “Caterpillar”, condotto da Massimo Cirri e Sara Zambotti, in diretta dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 20.
Su quanto sta accadendo in Medio Oriente: “Prima di tutto voglio dire che sono contro qualsiasi violenza in tutto il mondo. Come difensore dei diritti umani non voglio ignorare nessuna violenza contro le persone. Non posso accettarlo. Nel contesto di quanto sta accadendo, bisogna mostrare ciò che accade su tutti i lati. Non è vero che tutti i palestinesi stanno con Hamas. Non è vero che tutte le persone che vivono a Gaza stanno con Hamas. Abbiamo il diritto di avere chiarezza”.
Sul suo libro ‘Sogni e illusioni di libertà. La mia storia’, edito da La nave di Teseo: “Ho sempre amato la radio, mentre ero in carcere mi ha salvato. Quando ascoltavo la radio sentivo un suono diverso, altre voci, capivo cosa accadeva nel mondo, fuori dalla prigione. Questo mi ha salvato. La solitudine è uno dei più grandi nemici in prigione. Ascoltavo le partite, la musica, la radio e i libri mi hanno aiutato a resistere il più possibile mentre ero in prigione. Ho avuto paura di impazzire, ho sempre odiato essere solo, fin da bambino. Avevo iniziato a parlare da solo, pensavo di poter perdere la testa. Ci sono persone che impazziscono in certe situazioni: era una delle grandi paure che avevo in quel periodo”.
Ancora Zaki, sui motivi che possono portare ad essere arrestati in Egitto: “Molte persone in Egitto si trovano in carcere anche se non hanno tempo di pensare alla politica, anche se non sanno chi sia il sindaco della loro città. Negli ultimi anni c’è stato un grande numero di persone imprigionate per le proprie opinioni. Poteva essere anche un like o un post condiviso su un social”.
Zaki è un grande appassionato di calcio: “Ho sempre amato questo gioco, anche il calcio mi ha salvato. Il tempo in carcere è una questione complicata, trovare una forma di intrattenimento per un paio di ore ti aiuta ad uscire da te stesso. Una notte ho ritagliato le figurine dei miei calciatori preferiti e le ho appese in cella. Questo dimostra quanto il calcio sia importante per me. Dentro la cella giocavo con una palla fatta con dei calzini. Cercavo di trovare delle tattiche che mi potessero aiutare a resistere”.
Su Bologna: “E’ nel mio cuore, è la mia casa, ne parlo sempre, cercherò di fare domanda per il Dottorato all’università di Bologna. Uno dei momenti più belli della mia vita è quando sono tornato a Bologna. Non dimenticherò mai l’affetto con cui sono stato accolto. Comunque, ogni italiano che ha fatto qualcosa per me, mi ha avvicinato alla libertà”.