Esiste un “pezzo di carta” che oggi potrebbe valere ben 22.000 euro, ti consiglio di controllare tra le scartoffie della nonna e non solo. Ecco di cosa si tratta.
Negli anni sono state davvero numerose le persone che hanno trovato un vero e proprio tesoro nascosto in casa, persino “denaro contante” ben conservato da parenti ormai deceduti, lì dove nessuno poteva trovarli così facilmente. Lo stesso vale anche per i documenti bancari, conservati con molta cura e saltati fuori all’improvviso.
In casi come questi bisogna fare una distinzione: qualora si tratta di denaro contante in euro bisogna denunciarne subito la provenienza, dimostrando di averli trovati in casa tempo dopo la morte del nonno, ad esempio, e successivamente compilare tutta la documentazione necessaria per poterli tenere. In caso di lire, si deve agire diversamente e consultarsi con i propri legali.
Al tempo stesso, poi, bisogna fare un altro appunto con riferimento a eventuali documenti bancari, buoni fruttiferi, ecc…
In casi come questi, dunque, gli eredi possono fare valere il loro diritto sui documenti ed essere così liquidati.
Attenzione a questo “pezzo di carta” può valere anche più di 22.000 euro
Recentemente un uomo ha raccontato alla stampa di aver trovato un documento appartenente alla nonna che in un primo momento aveva sottovalutato, poi ha scoperto che si trattava di un “credito” che nel tempo era maturato e caduto persino in prescrizione. Si trattava di un Bfp, ovvero Buoni fruttiferi postali risalenti al 1952 e che oggi avrebbero un valore di circa 22.000 euro grazie agli interessi maturati.
La nonna in questione non aveva mai allertato i familiari circa il Bfp, i quali sono stati trovati solo di recente dal nipote di 73 anni il quale ha scoperto di avere diritto a ben 22.000 euro derivanti da questi. Eppure, il settantatreenne ha dovuto dimostrare di essere ancora in diritto di ricevere tale somma.
Ecco come fare per far valere il diritto sulla somma eredita
Secondo quanto dice la giurisprudenza italiana, nel caso in cui i Buoni fruttiferi postali non vengano reclamati da creditori o eredi cadono in prescrizione, questa arriva dopo i primi 10 anni dalla scadenza. Creditori ed eredi, quindi, hanno 10 anni di tempo per riscattarli, cosa che non è avvenuta per il settantatreenne il quale ha trovato il documento decenni dopo la prima prescrizione.
Eppure, il diretto interessato ha potuto far valere il suo diritto a vedere liquidata la somma di 22.000 maturati con i Buoni fruttiferi postali dal 1952, il tutto grazie a quanto sancito dall’articolo 2935 del Codice Civile: “La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere“. Nel caso specifico in questione, dunque, dal momento in cui sono stati trovati i documenti bancari dei quali nessuno era a conoscenza.