Roberto D’Agostino: ‘Racconto Roma, città viziosa e pagana, irresistibile’

Il fondatore di Dagospia, Roberto D’Agostino, presenta il documentario “Roma Santa e Dannata” in anteprima alla Festa del cinema di Roma. Il film, prodotto da The Apartment e Kavac film con Rai Cinema, sarà in sala il 6, 7 e 8 novembre. Il regista Paolo Sorrentino, che aveva inizialmente pensato di trasformare il racconto in un film nel 2021, figura come produttore creativo. Il documentario, diretto da Daniele Ciprì, racconta la notte romana dagli anni ’60 in poi, con testimonianze di personaggi come Carlo Verdone, Enrico Vanzina e Sandra Milo.

La Roma magica e trasgressiva

Il documentario “Roma Santa e Dannata” offre un affresco della notte romana, con nomi e cognomi, dagli anni ’60 fino agli anni ’80. D’Agostino e Marco Giusti raccontano una scena trasgressiva unica, capace di trasformare e attirare tutti. Il film mostra l’indolenza romana, il menefreghismo come religione e il divertimento sfrenato. D’Agostino sottolinea che a Roma tutto passa e tutto rinasce, e che non si può fermarsi all’ultimo potente di turno.

Le storie raccontate nel film

Tra le tante storie raccontate nel documentario, spiccano quelle di Vladimir Luxuria che ricorda i bei tempi di Mucca Assassina nel cinema Mercury, di proprietà del Vaticano. Ci sono anche le orge al Degrado, con Massimo Ceccherini che racconta le dark room e una cena con Vittorio Sgarbi. Il film parla anche del Living Theatre, che nel ’68 conquistò gli studenti fascisti di legge alla Sapienza, e di Bossi che proclamò “Roma ladrona” ma poi si ritrovò al Gilda con una donna nuda con la panna sopra.

Roma: una città unica

Il documentario descrive Roma come una città unica, diversa da New York e Londra che hanno le loro stagioni e poi passano. Roma resta con Dio a destra e il demonio a sinistra, con il Papa e la Dolce Vita uniti nella lotta senza ideologia. Roma è una città compassionevole, godereccia, dove vivere significa surfare sulle onde e mescolarsi sapendo di arrivare a riva.

L’amore per Roma

D’Agostino conclude affermando che amare Roma è facile, ma capirla è impossibile e inutile. Nonostante tutto, ogni mattina si sveglia e ringrazia di essere a Roma.