Taglio ai fondi per il cinema: Sangiuliano vuole cambiare registro

Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura nella sede Rai di Napoli partecipa al convegno su "Cultura e Media. Il ruolo dell'industria creativa e dell'informazione nel processo di sviluppo culturale del territorio" 22 settembre 2023. ANSA/CIRO FUSCO

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha annunciato la sua intenzione di tagliare i fondi destinati al cinema per contribuire alla definizione della prossima Legge di Bilancio 2024. La notizia ha scatenato polemiche e critiche da parte delle opposizioni, che definiscono la scelta “allucinante” e senza precedenti. Secondo il piano del ministero, il tax credit per il cinema subirà una revisione, con una riduzione prevista a 746 milioni di euro nel 2023. Il risparmio totale sarebbe di 36 milioni di euro, di cui 22 destinati agli scavi archeologici di Pompei. La riforma prevede anche che il tax credit non possa più essere utilizzato per pagare direttamente il compenso al regista.

Film senza spettatori e maxistipendi ai registi

La decisione del ministero di tagliare i fondi per il cinema è motivata anche dal fatto che molte produzioni italiane finanziate con contributi pubblici hanno generato incassi molto bassi. Ad esempio, i film “Sherlock Santa e Ladri di Natale” hanno ricevuto un contributo di 4 milioni di euro, ma hanno incassato solo 13mila euro. Anche quando gli incassi sono migliori, una parte consistente dei contributi pubblici finisce direttamente nelle tasche dei registi. La miniserie “We are who we are” di Luca Guadagnino ha ricevuto un finanziamento di 13,2 milioni di euro, di cui 2,4 milioni come compenso per il regista. Lo stesso è accaduto per il film “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino, che ha ricevuto 6,3 milioni di sovvenzioni, di cui più della metà sono andati all’autore della pellicola.

La revisione dei costi e lo scontro politico

Il ministero della Cultura intende riformare la legge del tax credit per evitare episodi di spreco e garantire una distribuzione più equa delle risorse pubbliche. Il ministro Sangiuliano afferma che il settore del cinema ha bisogno di una riforma seria e severa, anche in collaborazione con le categorie interessate. Tuttavia, registi e associazioni di categoria potrebbero reagire negativamente, considerando il governo troppo simpatizzante con la sinistra. Il rischio è che il confronto sulla revisione dei costi si trasformi in una battaglia culturale e politica.