Ciao a tutti amiche e amici viaggiatori! Ci piace così tanto parlare di viaggi che vogliamo farlo a tutto tondo, proponendovi una splendida e suggestiva alternativa al viaggio tradizionalmente inteso.
Abbiamo individuato per voi una mostra che fa del viaggio il suo oggetto prediletto, un viaggio virtuale. Un’esposizione capace di trasportarci, nell’attimo di uno sguardo, in quei luoghi abilmente riprodotti dalla mani sapienti di Max Serradifalco, offrendoci un’esperienza di viaggio totalmente inedita e inaspettata. Dal 20 aprile all’11 maggio, presso le sale della Fondazione Exclusiva a Roma, in mostra “The Virtual Journey. Visioni satellitari”, esposizione fotografica del giovane palermitano Max Serradifalco, pioniere della Web Landscape Photography. Egli, fermo al suo pc esplora il mondo attraverso le mappe satellitari di Google, divenendo protagonista di un viaggio virtuale nel nostro pianeta alla ricerca di straordinari scenari da mostrare al mondo e di un nuovo modo di osservare e reinterpretare le bellezze naturali della Terra. I suoi reportage artistici da satellite sono unici e privi di manipolazioni digitali.
La mostra espone quattordici scatti selezionati tra tre cicli di opere: Web Landscape Photography che raccoglie le prime visioni della terra osservata attraverso il satellite, E-ART-H nel quale Serradifalco ricerca assonanze tra i paesaggi del nostro pianeta e i capolavori dell’arte, e infine la raccolta Earth/Portrait dedicata agli scenari che ricordano tratti umani. Quattordici scatti fotografici che ne ripercorrono, raccontandolo, il viaggio virtuale nel cosmo; scatti attraverso i quali egli riesce mirabilmente ad annullare i tradizionali concetti di spazio e tempo, sottraendovi particolari momenti e rendendoli, in tal modo immortali. Il bianco quasi celestiale del Kazakistan, un vortice nello sconfinato paesaggio color rosso della Tanzania, i colori dell’Iran che lo rendono simile ad un quadro impressionista: solo alcuni degli attimi immortalati e raccontarti attraverso i potenti e suggestivi scatti digitali.
Il corpo orbitante artificiale attraverso cui egli osserva il mondo è un apparato in costante assimilazione di dati: due sono quindi gli occhi, quello del fotografo e quello del satellite, che si integrano grazie alle tecniche e metodologie post-telematiche. Nel 2015 i suoi elaborati sono stati selezionati come miglior progetto da Adobe e pubblicati nel libro “Super-Modified: The Behance Book of Creative Works”, che raccoglie i progetti creativi più emozionanti del mondo. Nello stesso anno è stato anche premiato al MIFA (Moscow International Foto Awards) nella categoria “Aerial: Landscape”. Insomma una mostra che merita tutta la nostra attenzione, capace di conciliare innovazione e tecnica, sensibilizzazione al rispetto ambientale e sperimentazione artistica. Il risultato? Un’esposizione dal grande impatto visivo che fa trapelare tutto il fascino straordinario del nostro pianeta. La Terra vista dal satellite ha dei tratti sorprendenti e grazie al lavoro magistrale di questo giovane artista abbiamo finalmente la possibilità di prenderne coscienza e apprezzarli pienamente, dando risalto allo splendido “luogo” che ci è stato regalato per vivere.