Filippo Turetta: arrestato e detenuto a Verona, scopri il motivo

Filippo Turetta, il giovane di 21 anni arrestato per l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, sarà trasferito oggi da Halle, in Germania, a Venezia. Turetta raggiungerà l’Italia a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica Militare, lo stesso aereo che sette anni fa riportò in patria il marò Salvatore Girone dall’India.

Una volta arrivato, Turetta verrà condotto al carcere Montorio di Verona, che dispone di un reparto speciale chiamato “protetti”. In questo reparto, i detenuti sono tenuti in celle isolate, senza alcun contatto con gli altri prigionieri. Questa scelta viene adottata per reati gravi o in caso di grande risonanza mediatica. Turetta sarà tenuto in isolamento e sotto stretta sorveglianza per prevenire eventuali rischi autolesionistici. Sarà costantemente monitorato da personale medico e, molto probabilmente, anche da uno psicologo.

Inoltre, sarà stabilita la data per l’interrogatorio di garanzia, che dovrà essere svolto entro cinque giorni dal gip di Venezia, Benedetta Vitolo. Tuttavia, l’interrogatorio non si terrà prima di lunedì 27 novembre.

Durante l’interrogatorio, il pm Andrea Petroni sarà presente e potrebbe richiedere un aggravamento delle accuse nei confronti di Turetta. Dall’altra parte, i difensori potrebbero chiedere una misura alternativa alla detenzione o, addirittura, una perizia psichiatrica già in questa fase. Nel caso in cui i legali non avanzino alcuna richiesta, il gip non dovrà emettere alcun nuovo provvedimento. Spetterà al giudice decidere se il giovane ripeterà la confessione già resa alla polizia tedesca, che ha portato al suo arresto, oppure se deciderà di non rispondere, assistito dai suoi avvocati Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno.

L’inchiesta potrebbe subire dei cambiamenti nelle prossime ore. Il pm Petroni potrebbe contestare a Turetta, oltre all’omicidio e al sequestro di persona, anche l’occultamento di cadavere. Secondo le ricostruzioni, il giovane ha caricato il corpo di Giulia Cecchettin in auto e ha percorso oltre 100 chilometri prima di gettarlo in un dirupo vicino al lago di Barcis.

Ulteriori dettagli emergeranno dall’autopsia, prevista per il primo dicembre. Particolare attenzione sarà dedicata alle ferite inferte alla ragazza con il coltello, al fine di valutare l’eventuale aggravante della crudeltà. Non è il numero di coltellate a determinare l’aggravante, ma la modalità con cui sono state inflitte. Lo sviluppo dell’indagine potrebbe portare anche all’accusa di premeditazione. Sarà importante capire se Filippo Turetta ha portato con sé i due coltelli sequestrati da casa, se l’acquisto online del nastro adesivo, avvenuto alcuni giorni prima dell’omicidio, aveva lo scopo di coprire la bocca di Giulia e impedirle di urlare, e se ha effettuato ricerche su internet per pianificare una fuga di oltre mille chilometri fino in Germania, dove è stato arrestato.